MEDITAZIONE & COACHING (II parte)

“Ogni volta che ci troviamo bloccati in schemi comportamentali fondati sulle convinzioni, la pratica consiste innanzitutto nel vederle” (E.Bayda), nel riconoscere la nostra identificazione con quelle convinzioni.

Non è forse anche alla base del coaching? Certamente le parole di cui sopra rievocano un’atmosfera diversa, quella della pratica meditativa appunto, ma l’obiettivo del coaching in fondo è lo stesso: aiutare il coachee a non rimanere “attaccato”, aggrappato ad una particolare opinione o convinzione di sé. Sono queste, infatti, che ci impediscono di vivere una vita autentica, che ci chiudono una serie di possibilità di essere, di pensiero ed azione.

Come farlo?

Di nuovo sia nell’uno che nell’altro approccio il primo passo è diventare consapevoli di queste convinzioni, tanto quanto di certe emozioni (spesso paura, rabbia, disperazione) che ci “obbligano” a comportarci in un certo modo: il “dover” essere contrapposto allo “scegliere”, quindi alla libertà, di essere. “Cosa sarei senza questa paura/senza questa storia?”, invita a chiederci E. Brayda. “Cosa dovresti pensare di diverso per sentirti diversamente? Quale altra opinione ti consentirebbe di agire diversamente?” ci insegna il coaching. Ma non solo.

Alla base sia del coaching che della pratica vi è il riconoscimento della naturale tendenza umana a credere, ad identificarci con le nostri opinioni, con i nostri pensieri. E nonostante la stoltezza del credere in ciò che pensiamo…tutti continuiamo a farlo, ogni giorno.

coachingPraticare (con riferimento alla meditazione vipassana) così come intraprendere un percorso di coaching significa, quindi, al di là delle diverse terminologie utilizzate nei due contesti, imparare a riconoscere quanto le narrazioni di noi stessi ci obblighino a sentirci e a vivere in un certo modo piuttosto che in un altro. In tal senso occorre imparare a vedere i pensieri “per quello che sono”, perché è solo quando saremo in grado di lasciare che le nostre convinzioni smettano di dettare il modo in cui dovremo sentirci che potremo iniziare ad essere, semplicemente, nel qui ed ora, e a vivere una vita autentica.

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